Entro fine novembre ci sarà la possibilità di fare le domande di APe volontaria: per gli accordi quadro con banche e assicurazioni – attesi per legge entro il 18 novembre – manca solo la firma del Garante Privacy.
Le anticipazioni di stampa confermano le tempistiche indicate dall’ABI in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Legge di Stabilità 2018.
Dopo gli accordi quadro mancheranno solo le istruzioni INPS (con provvedimento di prassi) e la piattaforma per la presentazione delle domande. Ipotizzando che tutti i provvedimenti per far partire le domande siano pronti entro fine novembre, nel 2018 (prevedibilmente, fra marzo e aprile) inizieranno i primi versamenti.
Finanziamento
Il trattamento è erogato dall’INPS, a cui si presenta la domanda, ma è finanziato dal sistema bancario e assistito da un’assicurazione contro il rischio di premorienza.
Se prime indiscrezioni rivelano come banche aderenti Intesa Sanpaolo e Unicredit (ma c’è spazio per altre adesioni), mentre tra le assicurazioni si indicano al momento Generali, Unipol, Allianz, Poste e Cattolica. Sempre secondo le anticipazioni, per l’APe Volontaria si prevede un tasso del 2,75% in fase di erogazione e del 2,85% in fase di ammortamento.
L’INPS metterà online anche un simulatore di calcolo beneficio e rata, per consentire agli assistiti di avere tutti gli elementi per decidere se presentare domanda e in quale percentuale chiedere l’anticipo pensionistico.
Requisiti
Ricordiamo che l’APe Volontaria, introdotta dalla Legge di Stabilità 2017 e regolamentata dal Dpcm 150/2017, è un anticipo sulla pensione, rimborsato a rate nel momento in cui si matura l’assegno previdenziale, destinato agli iscritti a tutte le gestioni INPS (restano quindi esclusi i professionisti iscritti alle casse private), tranne coloro che già percepiscono una pensione.
Accessibile a lavoratori con almeno 63 anni di età, 20 anni di contributi, al massimo tre anni e sette mesi al raggiungimento della pensione di vecchiaia, un assegno maturato pari ad almeno 1,4 volte il minimo, non richiede che si smetta di lavorare.
Domanda
La presentazione della domanda avviene in due tempi: prima si presenta all’INPS istanza di certificazione, direttamente (in via telematica) o tramite intermediario. I modelli sono allegati al decreto attuativo in vigore dallo scorso 18 ottobre. Entro 60 giorni, l’INPS comunica la certificazione del diritto con la quantificazione dell’importo minimo e massimo ottenibile. Successivamente si presenta la seconda domanda, che è la richiesta di APe, nella quale si indica il contratto di finanziamento. Contestualmente, si presenta anche domanda di pensione di vecchiaia (che inizierà al termine dell’APe).
Trattamento
L’importo minimo dell’APe è di 150 euro, il massimo dipende dalla durata del prestito:
- APe volontaria superiore a 36 mesi (tre anni): 75% della pensione;
- APe fra 24 e 36 mesi (due e tre anni): 80% della pensione;
- APe fra 12 e 24 mesi (uno e due anni): 85% della pensione;
- APe fino a 12 mesi (quindi fra sei mesi, che è la durata minima, e un anno): 90% della pensione.
Come si vede, viste le tempistiche previste per la domanda, i primi trattamenti verranno versati fra marzo e aprile.
Ipotizziamo che sia possibile presentare la domanda a partire da metà dicembre: l’INPS risponderà entro 60 giorni, quindi, entro metà febbraio. A quel punto si presenta la seconda domanda, dopo aver fatto una serie di valutazioni che richiedono tempo (ad esempio, la scelta dell’istituto finanziatore e la firma del relativo contratto).
Se si riesce a presentare la seconda domanda entro fine febbraio, l’APe sarà versato dal primo giorno del mese successivo, quindi da marzo. Più probabile che i primi trattamenti iniziano in aprile 2018.
Ricordiamo che il lavoratore può scegliere se far valere la retroattività (a partire dal primo maggio 2017) e che la Legge di Bilancio proroga l’APe volontaria fino al 31 dicembre 2019.
Inizialmente la sperimentazione era prevista fino al 2018, ma i ritardi nell’attuazione (di fatto, si è perso l’intero 2017) hanno suggerito la proroga. La facoltà di richiedere gli arretrati sarà riconosciuta sino al 18 Aprile 2018 (sei mesi dopo l’entrata in vigore del DPCM 150/2017).
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